Giornata mondiale del donatore di sangue: grazie ai già donatori e benvenuti a tutti gli aspiranti tali

Dona il sangue e rendi il mondo un posto più sicuro: questo lo slogan scelto dall’Oms per celebrare la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue nel 2020, anno nel quale l’Italia avrebbe dovuto essere il Paese ospitante della cerimonia ufficiale della Giornata: domenica, 14 giugno, le celebrazioni dovranno essere necessariamente differenti, ma la giornata resta un momento importante per dire grazie a tutti i donatori e puntare i riflettori sull’importanza della donazione. È anche un momento per sollecitare chi ancora non lo è a diventare donatore periodico, volontario, associato.

Bene il sangue, ma anche il plasma

Sono tanti, come gli abitanti di un comune di medie dimensioni, i donatori della nostra Provincia: sono infatti circa 24mila (23.951) sul territorio provinciale le persone che hanno detto sì alla donazione del sangue: una cifra registrata a fine 2019 e che si è mantenuta stabile rispetto all’anno precedente. Come sempre la quota maggiore (15.543) è rappresentata da uomini, mentre le donne sono 9.136. La fascia di età in cui si hanno più donatori è sempre quella tra i 36 e i 46 anni. Lo scorso anno si sono registrati anche risultati molto positivi per quanto riguarda la donazione di plasma: su 42.561 donazioni totali, oltre 5.000 sono state aferesi, hanno cioè riguardato questa componente del sangue particolarmente importante perché utilizzata per la produzione dei cosiddetti farmaci plasmaderivati, utilizzati nella cura di molte patologie.

Lockdown, donazioni e generosità

Un occhio va anche dato a quello che è accaduto negli ultimi mesi: con l’emergenza Covid19 infatti la chiamata per la donazione non si è interrotta e sono stati introdotti standard di sicurezza per i donatori che, anche durante il lockdown, hanno continuato a donare. La richiesta di sangue infatti non si è mai interrotta, anche se in parte è diminuita per il generale rallentamento delle attività ospedaliere. Ora, con la piena ripresa delle attività degli ospedali risulta più che mai fondamentale continuare a donare e seguire le indicazioni circa la programmazione delle donazioni.

Molto positivo per il nostro territorio è il dato relativo alle richieste di aspiranti neo donatori, arrivate attraverso il sito internet (www.avisprovincialevarese.it) ad Avis Provinciale Varese, struttura di coordinamento delle 43 Avis Comunali presenti in Provincia. «Sono arrivate oltre 300 domande – spiega il presidente di Avis Provinciale Varese, Gianpiero Badanai -. Le abbiamo girate per competenza territoriale alle diverse Avis, che prendono poi in carico i neo donatori: ricordiamo che per diventare donatore occorre seguire un preciso iter che prevede esami di controlli e una visita medica, il tutto al fine di garantire la sicurezza sia di chi riceve che di chi dona». Insomma la generosità corre veloce, ma la sicurezza ha i suoi tempi: per questo motivo tutte le richieste arrivate sono in fase di analisi e le varie Avis Comunali, anch’esse chiuse per il lockdown, stanno proprio ora cominciando a rimettere in moto la macchina per effettuare visite ed esami ed accogliere i tanti nuovi donatori che si sono fatti avanti durante l’emergenza. «Ci auguriamo che saranno ora ancora pronti a mettersi a disposizione – conclude Badanai – perché il sangue è un bene prezioso e indispensabile, sempre e non solo nelle situazioni emergenziali». In questo senso l’appello di Avis, come quello dell’OMS, resta sempre valido e chiunque può dare il suo contributo: “dona il sangue e rendi il mondo un posto più sicuro”.