#PuntidiVista, la ricchezza dell’incontro 

Chiara Banfi ha cominciato ad andare in Africa quando aveva 24 anni e – dopo 16 anni e 7 viaggi in Tanzania nella missione di Veyula – non ha dubbi: «l’incontro – dice – è il dono più importante che possiamo ricevere e ad insegnarcelo sono proprio le persone che vivono là».

Chiara è stata invitata da Avis Oggiona con Santo Stefano Cavaria con Premezzo ad una serata come testimone di cosa significhino, in concreto, parole come solidarietà e volontariato: valori che sono sempre al primo posto per chi si occupa di donazione del sangue.

Partire preparati 

Nella vita di tutti i giorni Chiara fa l’insegnante in una scuola materna e arriva da Cassano Magnago: da qui è partita per la prima volta nel 2001 spinta dalla curiosità di andare a vedere cosa faceva in Africa una zia suora. «Ma se devo dare un consiglio a chi decide di partire – racconta – suggeraisco di fare prima una formazione perché solo così si può cogliere fin da subito l’arricchimento che questa esperienza porta con se’». La sua preparazione – in seguito – la ha fatta dai Padri Comboniani a Venegono, mentre alcune volontarie che stanno per partire sono seguite da un sacerdote di Cassano Magnago e da una suora.

Nella missione Chiara dà una mano in alcune della attività che sono di supporto alla popolazione. Qualche esempio? «C’è un asilo dove i più piccoli imparano anche a scrivere e leggere. Le suore di occupano di favorire la presenza dei bambini raccogliendo le offerte per le adozioni a distanza che coprono le spese di iscrizione»: così racconta Chiara mentre scorrono le immagini dei volti sorridenti dei bambini seduti dietro ai banchi. E poi c’è il dispensario, ovvero un punto di primo soccorso e di cura, ma anche la mensa per i più poveri che arrivano dalle zone circostanti. «Le attività della mensa – spiega Chiara – sono portate avanti dalle suore e da volontari locali».

 

Qual è il senso della solidarietà? «Il senso non è solo nelle cose concrete che si possono fare – dice Chiara – ma anche semplicemente nell’essere presenti. Per chi vive là è molto importante vedere che arriviamo da lontano per loro e che potremo portare la nostra testimonianza. E poi ci sono la capacità di accogliere e la ricchezza che deriva dall’incontro». Anche se quest’anno Chiara non potrà fare il viaggio, ci sono ugualmente gesti che accorciano la distanza. «Grazie alla collaborazione delle farmacie comunali di Cassano Magnago stiamo raccogliendo medicinali che saranno portati a Veyula da chi partirà a breve».